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Il pensiero di Dyanema sul superbonus 110%

A distanza di mesi dal lancio dell’agevolazione fiscale Superbonus 110%, vogliamo provare a fare un primo bilancio ed esprimere così la nostra opinione su questa iniziativa del governo introdotta a seguito della pandemia per dare un forte segnale di ripresa.

Il Superbonus 110% è infatti una misura di incentivazione introdotta dal Decreto Legge “Rilancio” del 19 maggio 2020, poi aggiornata nel corso dei mesi successivi su alcuni punti, nata con l’obiettivo di rendere le abitazioni più sicure e a minor impatto ambientale, attraverso mirati interventi. 

Per quanto riguarda gli immobili residenziali, l’obiettivo infatti era perlopiù favorire lavori in ambito di efficienza energetica e di riduzione del rischio sismico.

Circa l’efficientamento energetico, il focus era quello di realizzare operazioni utili a ottimizzare lo sfruttamento delle fonti energetiche migliorando il rapporto tra fabbisogno ed emissioni inquinanti, come, per esempio, l’installazione di pannelli e schermature solari, gli interventi di miglioramento termico di un edificio e la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili.

In merito alla riduzione del rischio sismico invece, si faceva riferimento a quegli interventi di riparazione, rafforzamento o sostituzione di singoli elementi strutturali, come travi, pilastri e pannelli murari, per aumentarne la capacità deformativa e offrire quindi una maggiore stabilità e sicurezza a tutto l’immobile in questione in caso di terremoto.

Inizialmente abbiamo trovato questa proposta davvero eccezionale e, al tempo stesso, anche un’opportunità per colmare, o almeno diminuire, quella differenza tra le varie città italiane, specialmente tra quelle del centro-sud e quelle del nord. A livello edilizio infatti, il divario tra le due aree è evidente e mette in mostra due scenari opposti: uno più arretrato e rimasto alle condizioni di qualche decennio fa, quello del Mezzogiorno, e uno più moderno e avanzato, quello del nord. 

Il Superbonus 110% avrebbe quindi dovuto aiutare perlopiù chi aveva minori possibilità economiche per effettuare una ristrutturazione, nella maggior parte dei casi quindi cittadini e imprese del centro-sud.

In realtà, finora, le cose sono andate diversamente. Vivendo quotidianamente il settore immobiliare, abbiamo notato come a beneficiarne siano stati solo coloro che potevano permetterselo: il nord e la fascia medio-alta della popolazione infatti hanno fruito decisamente di più di questa misura di rilancio post pandemia. 

Non solo, a incidere in maniera negativa su questa selezione, c’è stata anche una burocrazia alquanto pesante, fatta da richieste di numerosi documenti per inoltrare domanda per il Superbonus, che ha aggiunto un ulteriore ostacolo agevolando ancora una volta solo chi era già più abituato e incline a queste lunghe procedure.

È vero che questa manovra è stata più di una volta modificata e rivista, anche di recente, ma la nostra sensazione è che quest’opportunità di riqualificazione immobiliare si sia trasformata in una pura manovra politico-finanziaria ben presto diventata fonte di speculazione, come purtroppo accade spesso in Italia. Crediamo infatti che ancora una volta si sia persa una buona occasione per migliorare e sistemare quelle situazioni in cui c’era, e ancora c’è, realmente bisogno.

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